lunedì 18 maggio 2009

CHI SEMINA "VENTO" RACCOGLIE "TEMPESTA"

Ricevo da un amico questa mail che pubblico volentieri:


Da tempo vado lanciando segnali d’allarme per il fatto che diventa sempre più problematico trovare lavoro. Anche perché, tastando il polso alla mia Sicilia profonda, notavo il fenomeno che gli “stranieri” (regolari o irregolari) toglievano il lavoro ai “locali”. E questo per il fatto che “offrivano le braccia” a qualsiasi prezzo, magari senza alcuna tutela previdenziale ed infortunistica. Notavo anche che molti locali, non trovando lavoro e trovandosi in condizioni di estrema indigenza, davano luogo a spettacoli di disperazione poco edificanti.
Mi tocca ora rilevare che anche “l’aristocrazia del lavoro” è entrata in crisi.

Ieri (16 maggio 2009), nel corso di una manifestazione a Torino dei metalmeccanici, alcuni “facinorosi” hanno contestato i sindacalisti ufficiali, gridando loro “venduti” e togliendo la parola a Rinaldini, massima espressione della FIOM CGIL (1).
Sia chiaro: io non condivido l’episodio, ma non mi sento di avallare il coro d’insulti che tutti i benpensanti hanno riversato sui contestatori (2). E, se in parte condivido le dichiarazioni di Epifani (3), mi tocca però osservare che la CGIL ha, anch’essa, le sue responsabilità del disastro generale.
E’ un fatto che la FIAT, ma non è l’unica, ha “privatizzato gli utili” e “socializzato le perdite”. E, se si sommassero tutti i soldi che i contribuenti hanno versato nel corso dei decenni e a vario titolo nelle casse della FIAT, la FIAT dovrebbe essere dello Stato. Quanto meno delle sue maestranze. Invece c’è un signore (Marchionne) che se ne va in giro a stilare accordi con altre case automobilistiche e a predisporre piani di ridimensionamento senza rendere conto ad alcuno: né al Governo (in rappresentanza dei contribuenti) né delle maestranze. Ma rendendo conto solo agli azionisti.
Io non so cosa ci sia di vero nei “piani di ridimensionamento” elaborati nei piani alti della FIAT. Ma, per quello che si è detto, si prevede la chiusura degli stabilimenti di Pomigliano (Campania) e di Termini Imprese (Sicilia). Nessuna previsione di chiusura per le “filiali” che la FIAT ha aperto in Europa e fuori dall’Europa. Perché, nelle filiali, il “costo lavoro” è inferiore degli stabilimenti dislocati in Italia. E allora la FIAT, tenuta in piedi dalle continue elargizioni dei contribuenti italiani, toglierà dei posti di lavoro agli Italiani, ma manterrà il posto di lavoro agli stranieri.
La FIAT ha fatto e fa la sua politica: da sempre parla angloamericano e si dichiara internazionale. E questo è nella logica. Non è, invece, nella logica che certi partiti, che dichiaravano di rappresentare i ceti popolari, parlassero anch’essi l’angloamericano e si professassero internazionali. Ancora più strana, ancora più assurda, la posizione dei sindacati: anch’essi “angloamericani” e “internazionali”. Ora è venuta la crisi e la FIAT vorrebbe infilare il manico dell’ombrello al “solito Cipputi”. C’è da meravigliarsi se Cipputi si ribella? Se dice: “Il manico dell’ombrello infilatelo ai politici di sinistra e ai sindacalisti?”.
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Convengo con Epifani: “E’ un atto sgangherato” quello di gente disperata che rischia il lavoro. E che, in massa, vanno a votare per la Lega e per il PdL, gridano ai sindacalisti “venduti” e contestano la FIOM. Mentre sinistri e sindacalisti sono tutti protesi a protestare contro il Governo che “respinge i clandestini”. Che ingrati questi operai! Non sanno che “gli Italyani non vogliono lavorare” e “dobbiamo sperare tanto negli stranieri, soprattutto se clandestini”? Ora si permettono pure di protestare perché vogliono il lavoro. Ma non sanno che noi parliamo angloamericano e siamo internazionali? Aperti a tutti i venti e a tutte le correnti. Se ne facciano una ragione.
Vorrebbero forse darsi a sostenere che “l’uomo è cittadino, produttore e consumatore”? Ma quello è un concetto fascista, frutto del male assoluto. E simili concetti non hanno cittadinanza in un “paese liberato”. Siamo o non siamo liberi? E, allora, “L’ombrello a chi?”. Naturalmente “A voi!” E ringraziate il padrone se ci spalma un poco di vasellina.



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