Ma di che si lamentano i cosiddetti “finiani”?
Ieri, La Russa ha annunciato che i coordinatori del Pdl convocheranno i parlamentari che hanno aderito a Futuro e Liberta’ e giu’ proteste, minacce, strepiti, lacrime.
Ora, e’ vero che e’ difficile capire le cose di questo strano mondo, ma la politica – anche nel tempo di Berlusconi – dovrebbe avere delle regole. La prima delle quali e’ che se stai in un partito non puoi far parte di un diverso gruppo parlamentare.
A me sembra cosi normale che sia cosi’, ma a loro no.
E allora dico chiaro chiaro e tondo tondo che questi finiani hanno rotto le scatole.
Sono quelli che all’interno di An si piegavano al padre padrone, che hanno supplicato posti in Parlamento, che sarebbe difficile vedere uscire vivi da una competizione elettorale a suon di preferenze, e adesso pretendono l’impunita’ politica.
Ancora piu’ chiaro: secondo me La Russa ha fatto la mossa, tanto per spaventarli un po’ e loro ci sono cascati con tutte le scarpe.
Ma che la questione sia seria non c’e’ dubbio. Chi conosce la storia del Msi ricorda quando si formo’ Democrazia nazionale – che guarda caso aveva un simbolo pari pari quello di Generazione Italia – Almirante caccio’ i parlamentari che vi avevano aderito. Ed erano la maggioranza rispetto a quelli che rimasero fedeli al partito.
Spero che Berlusconi vada avanti. In fondo sono fatti loro, ma a me non va proprio giu’ che chi ha costretto tante persone ad andarsene da An;
chi ha sciolto un partito in cinque minuti per confluire nel Pdl;
chi rivendica democrazia interna dopo averla calpestato;
e chi non spiega perche’ ha venduto ad una societa’ off-shore un pezzo del patrimonio del partito che ha fatto la fine che sappiamo, non merita solidarieta’.
Almeno, deve chiederci scusa.
Il nostro popolo ne ha diritto e lo chiederemo alto e forte alla manifestazione della prossima settimana a Ponte Buggianese.
Loro lacrimeranno a Mirabello, nel raduno del rancore. Noi continueremo, nel nome dell’orgoglio tricolore, a sventolare le nostre bandiere. Senza secondi Fini.
FRANCESCO STORACE
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