martedì 31 agosto 2010

LEALTA'

30 ago 2010

Parra’ strano, ma c’e’ un valore che dovrebbe rappresentare la precondizione della politica e piu’ vastamente del vivere civile.

Si chiama lealta’. Ma sembra essere diventato qualcosa di scomodo: dire una cosa e pensare il suo contrario sembra essere la regola. Nella politica e nella vita.
Domenica prossima, a conclusione della nostra festa di Poggio Buggianese che comincia’ venerdi, voglio parlarne ai nostri militanti.

Difficilmente potra’ farlo nelle stesse ore Gianfranco Fini a Mirabello, dove si radunera’ la triste assemblea del rancore antiberlusconiano.

Eppure, e’ proprio all’interno di una comunita’ politica che dovrebbe essere elevata a valore la lealta’ fra i suoi componenti.

E’ stato leale, in tutta franchezza, il comportamento del presidente della Camera nei confronti del partito che nessuno lo ha costretto a fondare col premier?
Si dira’; ma ci sono doveri di lealta’ verso le istituzioni e il paese. Bene, ma Fini e’ arrivato alla terza carica dello Stato sull’onda di un voto popolare e di un preciso programma elettorale – il loro e non il nostro, tantomeno quello della sinistra – eppure sono ormai due anni che fa da controcanto.

Nessuno gli ha chiesto di sovvertire le regole parlamentari a favore della maggioranza, ne’ sarebbe stato sensato pretenderlo. Ma saremmo curiosi di sapere chi gli ha chiesto di contrastare praticamente ogni giorno quelli che lo hanno votato al vertice di Montecitorio su ogni argomento politico.

Quanto e’ leale, ad esempio, sperare in mamma giustizia per liberarsi del capo della propria coalizione come un Di Pietro qualsiasi?

Quanto e’ corretto pretendere nei confronti dei cittadini che ti e vi hanno votato il ribaltamento di posizioni politiche razionalmente di destra, a partire da quelle in materia di immigrazione che, se dipendesse da Fini, ci vedrebbero precipitare nella cittadinanza breve e nella concessione del diritto di voto in meno di cinque minuti nonostante quello che si e’ detto e fatto in un trentennio di militanza politica?

Quanto e’ accettabile che chi viene dalla tradizione cristiana decida d’un tratto – e con l’invito nemmeno troppo velato a non dissentire – di prendere a sganassoni la Chiesa cattolica con le posizioni che abbiamo dovuto conoscere su procreazione assistita, eutanasia e via discorrendo?

Ed e’ leale sostenere i diritti della famiglia e poi lasciare briglia sciolte a chi pensa al matrimonio tra persone dello stesso sesso facendo sponda cosi’ a quel giochetto propagandistico della sinistra per cui chi non ritiene che si debba violare il diritto naturale diventa un pericoloso omofobo?

No, tutto questo non e’ un comportamento leale.

E non lo e’ neppure quello che ha fatto nell’estate di Montecarlo, in cui abbiamo appreso che un bene ceduto ad An veniva piazzato ad una e piu’ societa’ offshore e poi piazzata in famiglia.

Non lo e’ nei confronti di una comunita’ che ci ha creduto.


Recentemente, in un comizio, Umberto Bossi ha detto che che prima si rubava per il partito, ora si ruba al partito.

Non voglio cadere nell’eccesso verbale del leader della Lega, ma credo che questo termine – lealta’ – l’onorevole Fini non potra’ piu’ usarlo per il resto della sua vita.

FRANCESCO STORACE

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